La Fattoria Villa S. Restituta aveva caratteristiche difensive. Nella vecchia cantina, su quello che una volta era il muro esterno, si possono ancora osservare le feritoie per il tiro e sulla facciata una piccola porta ad arco sollevata da terra detta "porta del morto" così stretta da consentire l'ingresso di una sola persona per volta e permettere così la difesa. Oggi le varie costruzioni che compongono la fattoria testimoniano le attività dei tempi più antichi: oltre alle cantine nelle quali tuttora il Brunello compie il suo ciclo di invecchiamento troviamo il granaio con i buratti, una piccola scuderia, la falegnameria, la fucina con i mantici, i forni a legna per il pane e per far bollire il bucato con la cenere, il mulino, la limonaia per la rimessa invernale dei limoni e i pozzi per l'acqua piovana comunicanti tra loro attraverso cunicoli. Nella bigattiera si praticava l'allevamento del baco da seta, c’erano poi i telai per la tessitura, l'antico frantoio con le macine in pietra e gli orci di terracotta dove da sempre era conservato l’ottimo olio extravergine d’oliva. Durante la spremitura l'acqua di vegetazione ricavata dal separatore dell’olio veniva raccolta in vasche di pietra ubicate in un piccolo locale detto "inferno" dove veniva raccolto l'olio da illuminazione che serviva appunto ad alimentare lucerne e lumi. Su queste costruzioni domina ancora oggi il piccolo campanile a vela della cappella edificata nel 1700 e la torretta dell'orologio con il quadrante in marmo sul quale una sola lancetta, quella delle ore, segnava lo scandire lento del tempo in un'epoca in cui i minuti avevano poco significato. Poco lontano dalla fattoria sono ancora visibili i resti della via etrusca che dal Casentino portava a Roselle.

CASTELLI MARTINOZZI

Sezione in allestimento

riprova più tardi
grazie